Tanti le chiamano fatalità, coincidenze.
A volte la invidio questa concezione statistica della vita per cui ogni evento è misurabile all'interno di un calcolo + o - complesso di probabilità. Solo a volte, però.
La verità è che io adoro trovare dei
segni. Leggere alcuni fatti come dei messaggi che arrivano ad indicarti una via, a illuminarti un percorso, a confermarti una risposta che già ti appartiene.
Per questo quando Margherita mi ha scritto la prima mail parlandomi di bouquet di carta, io ho sorriso tanto perché esattamente due giorni prima avevo sentito in cuor mio il desiderio profondo di dedicare buona parte del mio futuro proprio a questo, chiedendomi però se non fosse l'ennesimo entusiasmo mordi e fuggi, che poi sfuma senza farmi concretizzare nulla. Le ho risposto felice e mi è scesa pure una lacrima, per tanti motivi miei che non sto a dire e non vi interessa sapere.
La fine della storia è che questo è il mio primo -vero-
bouquet di carta, che non solo l'8 settembre ha accompagnato l'inizio di una nuova famiglia, ma ha segnato una piccola, grande svolta nella mia vita.